Vasto, 16 aprile 2016
Autorità, Colleghi, Signore e Signori,
Il compito istituzionale che si pongono, oggi, il Consiglio Nazionale Forense, gli Ordini territoriali e l’Avvocatura tutta, è quello di riportare al centro del dibattito del Paese la questione dei diritti delle persone e la difesa del diritto di difesa.
La riflessione che nell’attuale situazione è necessaria riguarda tre grandi questioni, per le quali l’Avvocatura istituzionale è impegnata:
- sostenere e riaffermare con azioni positive il diritto dei cittadini di avere diritti;
- lavorare al rafforzamento del sistema delle regole deontologiche dell’Avvocatura curando che il loro valore diventi patrimonio del Paese, in tutte le articolazioni e nella società;
- lavorare a ricercare un equilibrio tra economia e solidarietà: tutti sappiamo che il benessere economico costituisce anche garanzia di libertà; ma sappiamo anche che non ogni cosa può essere sacrificata all’egemonia di mercato.
La politica dei tagli lineari applicata ai servizi essenziali fa correre gravi rischi, ma finalmente qualche ripensamento in questo ambito si sta insinuando.
Eliminare i presidi sanitari, giudiziari, scolastici con un semplice tratto di penna consegna il Paese ad un futuro che difficilmente sarà di sviluppo. Altra cosa è la lotta agli sprechi.
Va richiamata, per questo, l’attenzione sul tema della Geografia Giudiziaria, la cui prima riforma fu portata avanti da un Governo tecnico, i rappresentanti del quale erano lontani dalla quotidianità della vita giudiziaria. Il CNF oggi vuole richiamare l’attenzione sul fatto che non sarebbe una buona scelta, perché pericolosa per il Paese, procedere a ulteriori tagli senza farli precedere da valutazioni attente sull’impatto.
Sul tema del mercato, va sottolineato che è in corso un grave attacco all’autonomia e alla indipendenza della professione, che sono prerogative funzionali all’esercizio del compito costituzionale della difesa delle persone.
L’apertura al capitale puro delle società di Avvocati nel disegno di legge sulla concorrenza e le continue prese di posizione dell’Antitrust, che multa il CNF per il proprio codice deontologico, richiedono un chiarimento.
Quali limiti ordinamentali ha l’Autorità per la concorrenza ed il mercato? Fino a dove può spingersi facendosi portavoce delle posizioni della Commissione europea, senza fare sintesi con tutte le interpretazioni che del mercato comunitario danno il Parlamento europeo, la Corte di Giustizia; e nel più ampio panorama europeo le istituzioni del Consiglio d’Europa?
Le sentenze disciplinari del CNF sono valutate e giudicate dalla sezioni unite della Corte di Cassazione. Chiediamo di capire qual è la ragione dei continui attacchi al sistema degli Ordini, ingiustificati a nostro avviso atteso il grande impegno che essi investono – anche sotto il profilo materiale – per il miglior funzionamento della giurisdizione.
Ci chiediamo perché gli Ordini siano talora considerati associazioni tra imprese, e le loro regole deontologiche cartelli lesivi della concorrenza; mentre altre volte siano ritenuti soggetti sottoposti agli obblighi tipici degli enti pubblici non economici.
Il treno in corsa del mercato a tutti i costi non ferma più nelle stazioni dei diritti ed il rischio è che sfugga di mano allo stesso guidatore: noi non chiediamo di frenarne il viaggio, ma di riflettere su un costruttivo equilibrio con la solidarietà ed il rispetto dei diritti.
Il nuovo percorso di dialogo avviato con il Ministro della Giustizia, nella leale e sincera collaborazione istituzionale nella quale il CNF rappresenta sempre il proprio punto di vista, si incentra, in particolare, sulla ragionevole durata dei processi, che non riguarda semplicemente il processo ma il giusto processo.
Su tale fronte, l’Avvocatura è impegnata nel percorso di qualificazione, competenza, specializzazione, deontologia e non vuole prestarsi alla spettacolarizzazione dei processi. Ci stiamo impegnando nel percorso di qualità e di meritocrazia disegnato dalla nuova legge professionale forense: è un salto culturale che il sistema giudiziario sta compiendo, con il riconoscimento agli Avvocati del compito di provvedere alla soluzione alternativa delle controversie con conciliazione, arbitrato, negoziazione assistita.
Abbiamo una grande lavoro da fare, ma l’Avvocatura vuole oggi porre, in modo forte, al paese la questione della solidarietà e dei diritti, un nuovo umanesimo e deve provarci con la sua storia, la sua cultura, il suo sapere.
Nel quadro generale che in tal modo si delinea, è necessario anche proporre un nuovo modo di comunicare la giustizia, la tutela dei diritti, la difesa dei più deboli.
Il progetto ambizioso del Consiglio Nazionale Forense è, dunque, quello di riportare i diritti al centro della discussione civile.
L’informazione, in Italia, è spesso un coro che grida molto, racconta poco e chiede solo tre cose: consenso, punizione, indignazione: vogliamo provare a modificare questo modo di comunicare, suggestivo ma fuorviante, per dare la parola all’Avvocatura, far sentire le sue opinioni sul sistema di organizzazione della società civile, far valere le ragioni della giustizia e della solidarietà.
Intendiamo introdurre nel dibattito mediatico di ogni giorno temi fondamentali, quali il ruolo determinante dell’avvocato nelle democrazie, la importanza di una società solidale, la necessità di un corretto equilibrio tra valori di mercato e tutela dei diritti, la centralità della giurisdizione, il principio della presunzione di innocenza ed il ruolo essenziale della difesa nel processo.
E’, così, nato il quotidiano IL DUBBIO, diretto da Piero Sansonetti.
Il quotidiano, il cui titolo si rifà all’idea del continuo confronto dialettico, è generalista; si occupa di tutti gli argomenti di attualità con un linguaggio comprensibile a tutti i cittadini, e viene curato da una redazione snella di giornalisti esperti e capaci.
Con questo strumento di comunicazione, che comprenderà anche un sito web e una web TV, l’Avvocatura istituzionale intende garantire al lettore la possibilità di avere sempre una esposizione chiara, comprensibile ed obiettiva delle diverse tesi in campo.
Il linguaggio sarà educato, e lo sforzo culturale quello di proporre una informazione equilibrata non dettata da pregiudizi.
Tutte le idee potranno, naturalmente, trovare ospitalità nel quotidiano con la garanzia di essere rappresentate correttamente.
In questa maniera l’Avvocatura potrà contribuire alla crescita nel nostro Paese della cultura del dialogo e del confronto civile, con al centro i diritti.
Il complimento più bello alla iniziativa è quello che ha fatto il Garante dell’anticorruzione, dr, Cantone, il quale – in una intervista pubblicata l’altro giorno – ha definito la pubblicazione de IL DUBBIO un indiscutibile contributo alla democrazia, per la obbiettività della informazione e la qualità degli argomenti posti in discussione.
Con il grande impegno, anche economico, profuso in questo nuovo modo di affrontare la comunicazione sui grandi temi della giustizia, della tutela dei diritti e dell’inviolabile diritto alla difesa, l’Avvocatura potrà contribuire alla crescita, nel nostro paese, della cultura del dialogo e del confronto civile, avendo, però, in ogni momemnto come punto centrale di riferimento il Diritto ed i Diritti.