Importante pronuncia ottenuta dallo Studio in merito di risarcimento del danno da responsabilità medica e consenso informato. Nell’accogliere il ricorso proposto dall’Avv. Giovanni Gebbia, infatti, la Corte di Cassazione, con la recentissima ordinanza n. 1443/25, ha stabilito che “non grava sul paziente l’onere di provare che, ove fosse stato informato del più complesso intervento che i medici avevano in animo di eseguire, non vi avrebbe consentito. Al contrario, a fronte della allegazione della paziente che il suo consenso sarebbe stato circoscritto a quanto programmato e non oltre, era a carico della struttura l’onere di provare che ella avrebbe dato il consenso al secondo e più invasivo intervento, non necessitato dall’urgenza, in quanto a fronte della violazione del dovere di autodeterminazione, opera il principio del dissenso presunto del paziente in relazione a tutto ciò che si pone al di là e al di fuori rispetto ai trattamenti medico chirurgici che abbia consentito di effettuare sul proprio corpo, a meno che – e non è questo il caso – il diverso e più invasivo intervento sia giustificato da una situazione di urgenza”.

Della pronuncia si è occupata anche la rivista giuridica, a cura del Sole 24 ore, Ntplusdiritto.it :

https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/risarcito-paziente-operato-un-intervento-piu-complesso-quello-concordato-AG1mbgTC

nonchè il sito internet specializzato La Legge per Tutti:

https://www.laleggepertutti.it/719410_intervento-chirurgico-diverso-da-quello-concordato-cosa-fare